NOI ABBIAMO GIA' PERSO (spoiler: ma vinciamo lo stesso)

“Allora forza, state uniti e mandiamoli a casa”. Questa è la principale richiesta arrivata dalla città in questi anni, a chi si fosse degnato di ascoltare.

E invece hanno vinto ancora loro, quelli della divisione, quelli del “e noi cosa ci ricaviamo?”.

Dopo mesi di lavoro, incontri, messaggi, mail, telefonate si era riusciti a riunire attorno a un tavolo tante voci, con condivisione di diversi punti dai quali partire per elaborare un programma comune.

Un successo, in una città che veniva dal disastro di cinque anni prima, quando le divisioni dell’opposizione avevano spianato la strada per la vittoria alla Lega. Una pluralità di voci e di sensibilità che poteva rappresentare una ricchezza inestimabile.

Invece tutto ciò non è servito a nulla; la richiesta della città non è servita a nulla; la lezione di cinque anni fa non è servita a nulla.

Hanno vinto le solite dinamiche, quelle che da vent’anni vedono vincere la destra arruffona ma in grado di fare sintesi sulla base del vecchio clientelismo di democristiana memoria.

Questa volta i nomi della molto probabile sconfitta sono ben noti e a urne chiuse dovranno spiegare ai vigevanesi il motivo per il quale hanno osteggiato l’unico serio tentativo di unità. Lo faranno, con le loro classiche rivisitazioni ripiene di nulla e con lo scappellamento a destra, dai loro seggi di minoranza cercati e ottenuti con grande applicazione, perché i fuoriclasse del giocare a perdere non ci mancano certo.

Ma noi avevamo già perso prima, quando abbiamo creduto di poter, dall'interno, cambiare queste modalità, cambiare gli schemi di una politica vecchia, stantia e perdente, completamente priva di attrattività per chi la segue.

Abbiamo volutamente, per un momento, accantonato le modalità di condivisione, trasparenza e partecipazione che sono alla base della nostra proposta perché convinti che sporcandoci le mani, saremmo riusciti a portare questi valori e le nostre proposte all’interno di una coalizione più ampia. Ma non abbiamo avuto la forza, nonostante altri gruppi e singoli all’interno di quel tentativo, condividessero lo stesso sentire.

Per questo, metabolizzata la sconfitta, abbiamo deciso di guardare al meglio che la città può dare: i nostri ragazzi. Nei prossimi giorni cercheremo di dare un significato nuovo, diverso e perfettamente in linea con quello che da anni è il Polo Laico, dando impulso al coinvolgimento, già in atto da tempo, di facce diverse, di idee più giovani che possano convincere il grande partito dei delusi, degli sconfortati, di coloro che hanno rinunciato al loro diritto a votare perché mai rappresentati e mai coinvolti, che le cose possono cambiare, che c’è chi ci prova.

Il Polo Laico si metterà in gioco provando a costruire una lista composta per la grande maggioranza da giovani, per dare loro la possibilità di assaggiare la politica corretta, pulita, diretta. Un investimento che ci sentiamo di fare, che ci ridà la nostra allegria originaria, quella persa in questi mesi.

E non ci fermeremo qui, lavorando contemporaneamente a progetti di ampio coinvolgimento della città per portare Vigevano fuori dallo stagno immobile dove l’Amministrazione, sì, ma anche certa “opposizione” l’hanno portata: la lotta per regalare ai nostri ragazzi una città migliore continua.