In un mondo ideale

Abbiamo letto invocazioni al libero mercato e alle sue capacità di autodeterminarsi, a commento della decisione assunta dal Consiglio Comunale di Vigevano, in merito all'autorizzazione all'apertura dell'ennesimo supermercato. Cazzate. Cazzate, si perdoni il termine, utilizzate da chi guadagna costruendo e costruirebbe a più non posso in attesa dell'autodeterminazione. Cazzate che non calcolano l'impatto di questi insediamenti sul commercio locale, sia in termini economici che in termini di posti di lavoro, né il loro impatto in termini di minor sicurezza e di minor sostegno sociale, fattori importanti come appena dimostrato dall'emergenza Covid. Cazzate che scordano anche il fatto che una volta costruiti, quand'anche il mercato, rimodellandosi, dovesse poi decretarne la chiusura, gli stessi insediamenti lascerebbero alle loro spalle aree degradate, sulle quali gli stessi illuminati, utilizzando la scusa dell'ormai acquisito degrado, proporrebbero nuove costruzioni, in un circolo vizioso che non tiene in nessun conto le necessità della città. Cazzate dunque, come anche quella, sentita in aula, che un supermercato possa ridare dignità ad un quartiere: la dignità la danno semmai i servizi, una biblioteca, il portierato di quartiere, la ricostruzione di una rete sociale e soprattutto la possibilità per gli abitanti di essere ascoltati e di vedere il loro interesse prevalere. In un mondo ideale, la Politica ha il dovere di valutare approfonditamente  la messa in moto di processi di questo tipo e bloccarli se potenzialmente viziosi. Un'altra occasione è stata persa per decidere di elevare eticamente, moralmente e strategicamente la politica di questa città, che appare sempre più irrimediabilmente  lontana dal mondo ideale. L'approccio a questa decisione non era nemmeno tanto complicato. Le domande da farsi erano: cosa guadagna la città? Come si pensa di tutelare il piccolo commercio? Chi presenta il progetto è sufficientemente lontano da chi decide? I proprietari dei progetti già autorizzati sono sempre stati sufficientemente lontani dai partiti? E' stata data una risposta a queste domande? Perchè già sul ritorno alla città pare ci siano dubbi: un parchetto al posto di un boschetto può proporsi come un vantaggio per la città? E alla seconda? E' stato predisposto un piano di tutela del piccolo commercio magari commissionando uno studio sull'impatto che questo e i prossimi (perchè non finirà qui) insediamenti sono destinati ad avere? Per quanto riguarda la terza e la quarta domanda, vi rimandiamo alla rete, la nostra infallibile memoria comune. Noi non diamo risposte. Noi da cittadini, facciamo domande. Le risposte le avremmo volute ascoltare in aula mentre abbiamo invece ascoltato ancora una volta, soltanto cazzate.