Il futuro inizia a 40 km da Vigevano?

Qualche giorno fa scrivevamo “Salviamo il salvabile e oltre”, un articolo (seguito poi da un intervento in commissione consiliare) nel quale prendevamo in esame la situazione del comparto calzaturiero in città spiegando che tutto quello che ormai si può fare è salvare il settore dell’alta qualità, attraverso interventi di collaborazione, modernizzazione e, così come richiesto da Regione Lombardia per attivare investimenti pubblici sul comparto, la formazione in una joint venture con Parabiago.

Avevamo poi segnalato come il settore meccano-calzaturiero, meno in difficoltà grazie agli investimenti in sperimentazione e tecnologie effettuati nel passato e tuttora ben presente sul mercato internazionale avrà comunque bisogno di innovazione e sostegno. L’ Amministrazione dovrà mettersi in condizioni di intervenire contribuendo a ridurre qualche costo aziendale e prevedendo il recupero di aree industriali e l’implementazione di servizi per evitare migrazioni.

Esistono poi in città altre aziende che si differenziano rispetto alle tradizionali attività occupandosi di settori attualmente più performanti come chimica, packaging e altri. Anche per queste il Comune dovrà attivare interventi e misure di facilitazione e tutela.

E fin qui abbiamo dunque chiarito il concetto di “salvare il salvabile” dopodiché ci siamo occupati dell’”oltre” citando il turismo e l’agricoltura, entrambi con trend occupazionali in continua crescita, ancora snobbati da Vigevano che non ci crede e che fino ad oggi ha spesso continuato a puntare su settori a trend inverso, e che invece rappresentano moneta sonante e grande stimolo per tante altre realtà italiane. 

Riassumendo, durante la commissione consiliare abbiamo espresso l’amara considerazione che “il futuro del calzaturiero sia fare altro”.  

E poi? E’ sotto gli occhi di tutti il costante impoverimento della città e la fuga da essa, sia temporaneamente, con gli 8000 pendolari che ogni giorno gravitano su Milano, sia definitivamente, come i tantissimi giovani costretti a trasferirsi per studiare o per trovare impieghi confacenti alle loro qualifiche e aspirazioni. Addirittura il numero di arrivi di extracomunitari è in calo e questo, pur se accolto con sorrisi malcelati dagli amministratori leghisti, è un brutto campanello che suona forte.

Durante la citata commissione il Prof. Carlo Alberto Carnevale Maffé, docente universitario di fama e grande esperto di business e innovazione, vigevanese,  ha indicato l’”oltre” nelle nuove tecnologie, nella green economy, nella moda e in altro, spiegando che in ogni caso Vigevano dovrà cercare in Milano la sua stella polare.

Per brevità non staremo a rivangare la discussione sull’ingresso di Vigevano in Città Metropolitana e i suoi esiti: l’incapacità di far rete e di proporre progetti interessanti per la metropoli ci ha fatto perdere il treno e con esso altri 10 anni.

Ora si tratta di agganciare il futuro. Lo stiamo facendo? Le nostre aziende stanno studiando le dinamiche in corso a Milano? L’ Amministrazione sta partecipando a queste valutazioni? Sta coinvolgendo le aziende? Sta segnalando situazioni?

Ad esempio, quante sono le aziende vigevanesi che stanno approcciando il Milano Innovation District- MIND che sta sorgendo sull’area ex Expo a soli 40 km da Vigevano? Quante sanno che lì si stanno trasferendo diverse Università, start up, istituzioni per creare un incubatore di idee, di sperimentazione e di connessioni senza pari in Italia? Si è iniziata una discussione sull’eventuale utilità di tale hub per la nostra economia? L’Assessorato alle Attività produttive si sta occupando di capire cosa accade a Rho? In quale modo e con l’aiuto di chi? Se ciò che vi accade può essere approcciato dagli industriali vigevanesi e come? 

MIND è il progetto di riuso degli spazi urbani liberati dopo Expo 2015. Inizialmente poteva essere visto come una gigantesca speculazione edilizia ma si sta invece rivelando come un potenziale distretto internazionale dove diversi enti confluiti partecipano alla creazione e all’alimentazione di un ecosistema che stimoli la crescita socio-economica del Paese, in particolare della Lombardia. 

Il futuro sembra lì, a soli 40km da noi: stiamo facendo qualcosa per conoscerlo?