Passa il treno del PGT: Vigevano perderà anche questo?

Con l’approvazione delle linee di indirizzo da parte del Consiglio Comunale è partito l’iter, individuato dalla legge regionale 12 del 2005 che porterà alla redazione del nuovo Piano di Governo del Territorio, PGT.

UN DOCUMENTO FONDAMENTALE

Il PGT è un documento fondamentale nell'amministrazione della città perché, partendo dall’esistente conduce a progettarne una nuova, una volta stabilito il tipo di futuro che si è deciso di perseguire. Le scelte influenzeranno infatti la vocazione, la possibilità di creare lavoro e quella di rendere la città attrattiva rispetto a investimenti e a scelte di vita. E’ dunque un momento in cui urbanistica e sociologia si affiancano in modo costruttivo.

DOCUMENTO DI PIANO

In particolare la legge regionale 12 nello stabilire i criteri per la stesura che le amministrazioni comunali devono seguire, assegna particolare valore al Documento di Piano.
Il documento di piano va ben al di là della validità quinquennale assegnata dalla legge, perché deve contenere una visione strategica rivolta ad un orizzonte temporale di più ampio respiro.

PARTECIPAZIONE

La Legge regionale indica nella partecipazione di associazioni e di singoli cittadini nella fase elaborativa della strategia del PGT un obbligo che spetta ai Comuni articolare nelle modalità più allargate ed inclusive.

Come verrà agevolata e sollecitata la partecipazione? Quali strumenti saranno messi a disposizione dei cittadini? Chi si occuperà di questo importante aspetto? Diversi Comuni hanno dato incarichi specialistici per impostare e seguire questa fase.

I RISULTATI OTTENUTI CON IL PRECEDENTE PGT

Il PGT attuale è in vigore dal 2010 e, con successive varianti, ha contribuito a creare la Vigevano odierna, con le sue poche luci e le sue molte ombre.
Molte delle indicazioni strategiche contenute proprio nel Documento di Piano e relative alla città sforzesca, ai corridoi verdi e all’ambiente, non risultano essere state seguite ed applicate con una visione d’insieme.

E’ stato analizzato il risultato ottenuto con quel PGT? Chi lo ha analizzato e sulla base di quali dati? Che conclusioni si sono tratte?

PREOCCUPAZIONI

Le linee di indirizzo per la stesura del nuovo PGT sono apparse come un raffazzonato crogiuolo di indicazioni senza capo né coda, dove è impossibile intravedere la Vigevano che verrà.

Questo non trascurabile aspetto legato alla fretta di iniziare l’iter, portano alla preoccupazione che dietro al nuovo PGT non esista e non verrà proposto un reale progetto strategico di città, bensì soltanto la necessità contingente di sistemare alcune situazioni che non si vogliono risolvere con varianti.

UN MOMENTO STORICO

Vigevano in questo momento storico, dopo aver sistematicamente perso ogni treno passato, ultime carrozze la fuoriuscita non intercettata di ampie fasce di popolazione dalla metropoli milanese e le possibilità fornite dallo smart-working e dal turismo, deve rallentare e ripensarsi con la partecipazione di tutta quella parte di città che viene consultata, blandita e sistematicamente ingannata soltanto una volta ogni 5 anni.

La richiesta di acquisizione della proprietà del Castello che l’Amministrazione ha definito con un piano di valorizzazione (peraltro mai discusso con la città) impone un raccordo con il nuovo PGT, con la viabilità, con i servizi, con i collegamenti con le risorse verdi di Vigevano.

Vigevano avrebbe dovuto prendersi tutto il tempo necessario per studiarsi, comprendersi e immaginarsi. La fretta, come detto, non suggerisce nulla di buono.

COSA CHIEDIAMO

1. Un piano della partecipazione con indicate precise modalità e strumenti per rendere il processo del PGT il più “aperto” possibile.

2. la convocazione di commissioni consiliari, per legge aperte al pubblico, dove farci aggiornare e dove produrre discussione, proposte, consigli, eccezioni.

3. presenteremo certamente entro i termini le nostre proposte, quali il ripensamento di aree verdi e per servizi (ad esempio la destinazione a parco verde per eventi del piazzale della Brughiera, il raddoppio del Parri con la sistemazione dell’area Fiera), il superamento dei passaggi a livello per rilegare la città spezzata dalla ferrovia, l’analisi e la risoluzione dei problemi delle frazioni e del complesso Colombarone-Sforzesca-cascine, nell’ottica della costruzione di quella città del buon vivere, attrattiva verso nuovi residenti, turisti e aziende sostenibili che Vigevano può ragionevolmente ambire a diventare.

4. Vigileremo anche che a cose condivisibili non vengano accodate nefandezze come avvenuto in passato.

APPELLO ALLA CITTÁ

Perché un documento così importante per il futuro di Vigevano e ancor di più per il futuro delle nuove generazioni sviluppi tutta la sua forza migliorativa occorre che la città si svegli, che chieda di partecipare, che l’opinione pubblica la sostenga in questa richiesta e anche nella necessaria opera di controllo, che le associazioni collaborino per creare informazione e conoscenza.

La Vigevano del futuro, dei nostri figli e nipoti dipenderà dalle scelte che si faranno adesso.
E, al solito, se la città deciderà ancora una volta di non decidere, di demandare le risposte ad altri, altri le daranno, chi limitandosi a svolgere il compitino burocratico, chi più attivamente, a tutela di interessi poco o niente condivisi.